Roberto

pittore

"Arestedo" è uno laboratorio artistico nato dalla passione per la pittura e la creatività. Da quando sono in pensione mi dedico alla pittura nell'intento di creare opere uniche nel senso manuale del termine e significative per  migliorare gli ambienti domestici, o di lavoro. Sono un pensionato, sposato, due figlie e cinque nipoti. Dipingo per diletto da un po' di anni.

Ho deciso di aderire a questo portale per una semplice ragione. I miei lavori stanno assumendo una dimensione quantitativa “ingombrante”. Certo, potrei disfarmene ma, sinceramente, mi dispiace.

Premetto, che non mi era mai passato per la testa l’idea di vendere un mio dipinto.

Né di promuoverlo. Né tantomeno di diventare un pittore “professionista”. Sinceramente non ho mai avvertito, quella fiamma che brucia dentro, e si consuma nell’assumere lo status di “artista”. No, non ho mai aspirato a tanto. Invece, diventare un discreto pittore, sì, un pensierino mi è capitato di farlo, un momento di debolezza, capita a tutti.

Mi piace disegnare, dipingere, studiare l’arte. Quella degli altri. Quella dei grandi maestri del passato e del presente. Nel mio caso, se proprio dovessi esprimere una definizione direi: un lavoratore part-time della matita e del pennello. Punto.

Non ho frequentato scuole d’arte, tantomeno accademie. Salvo brevi corsi di disegno e pittura al Castello Sforzesco e al Cimabue di via Calimero, Milano. Coltivo questa bellissima attività, con maggior impegno, da quando sono andato in pensione, ovviamente.

Con quali risultati, si vedrà. Intanto mi sento molto gratificato dal fatto di poter esercitare questa passione e poi mi sono convinto che rendere pubblico il mio lavoro, è interessante e conoscendomi è già molto.

La passione per il disegno e la pittura si manifestò fin da bambino. Lo dicono quasi tutti gli aspiranti pittori. Perciò lo dico anch'io. Perché è vero. Oltre tutto dovevo essere anche bravino, visto che fui protagonista di una storia che, chiedo scusa, non posso non raccontare:

Frequentavo le scuole elementari di Castiglione delle Stiviere, Mantova, il mio paese nativo. Allora, armato di gomma e matite “Giotto”, passavo ore a copiare a mano libera, figure dai fumetti (di cui ero un accanito lettore). La materia prima, i giornaletti, non mancava. Venivo rifornito in quantità industriale, da un caro amico di famiglia, grandissimo collezionista di fumetti.

Copiavo freneticamente innumerevoli immagini. I soggetti preferiti erano: indiani e cowboy a cavallo, pistoleri, insomma eroi dei fumetti, (Tex, Tiger Jack, Capitan Miki, Il Grande Blek, Pecos Bill ecc..). Eseguivo queste copie per me e, su richiesta, per amici e compagni di classe, poi gradualmente il giro si allargò agli amici degli amici e ai scolari di altre classi. E così un bel giorno, non so come, mi trovai, mio malgrado, ad esibire le mie doti di disegnatore, anche in altri ambiti. Colpa del mio maestro, che a mia insaputa esaltava le mie capacità grafiche ai suoi colleghi. I quali, puntualmente, mi invitavano, nella loro classe. A fare che? Semplice, un disegno alla lavagna! E, pensate un po’, un disegno che doveva esprimere il senso della lezione prevista. Una bazzecola, insomma. Di fatto, nolente o dolente, armato di cancellino e gessetti, dando fondo alla mia fantasia e alle mie presunte doti di provetto disegnatore, dovevo riempire coerentemente, quello spazio vuoto della lavagna. Per me un buco nero. In confronto le sette fatiche d’ercole erano una passeggiata.

Ricordo lo sgomento di quei momenti. Il silenzio assordante di quelle classi rumorose. Zeppe di ragazzini, dallo sguardo cinico e beffardo che assistevano al mio martirio. Non era facile disegnare qualcosa in sintonia con brani di prosa, fatti storici, liriche epiche, poesie, festività, la primavera, la fame nel mondo, Natale, Pasqua, festa della Repubblica, festa della mamma, quella del papà non l’avevano ancora inventata, e chi più ne ha più ne metta. Uno stress micidiale. Mi sentivo un cottimista della matita e del gessetto, nonché della gomma e del cancellino.

A forza di copiare ero diventato bravo. Nessuno bambino coetaneo sapeva disegnare meglio di me. Almeno nel mio ambito provinciale. Tuttavia l’apice di questa storia fu raggiunto quando il mio stravagante maestro, si sempre lui, mi commissionò un lavoro assurdo, e perché no, molto impegnativo. Attenzione, che viene il bello, credetemi. Praticamente, dovevo fare un disegno diverso, a tema libero, per ogni alunno della mia classe. Totale 32 disegni. Quanto gli alunni della classe, appunto. Per questo impegno, mi concessero una settimana di vacanza lavoro, a casa. Che fortuna eh! Già, se no! come facevo fronte al gradevole incarico ricevuto? Per giunta, in tempi strettissimi? La scadenza era l’indomani. L’obbiettivo? Appunto, l’obbiettivo! Presto detto. Il caro maestro e il buon direttore della scuola si erano messi in testa di vincere a tutti i costi, il primo premio di un concorso di disegno, a tema libero, indetto dal ministero della pubblica istruzione. Aperto a tutte le scuole elementari del paese.

Ne andava del prestigio della scuola.

Per farla breve “obbiettivo raggiunto”! Con mia grande sorpresa, vincemmo il primo, secondo e terzo premio. Non è finita. Il paradosso fu che il disegno, firmato da me, non vinse nulla. Si rimediò, bontà loro, assegnando al sottoscritto l’oggetto del primo premio. Una enciclopedia per ragazzi della casa editrice Curcio e un presepe. Fine della storia. 

Lasciamo i tempi meravigliosi dell’infanzia e entriamo nell’era della maturità. Nonostante l’assenza di iniziative promozionali tese a far conoscere i miei lavori ad un pubblico un po’ più ampio, riscontrai comunque qualche apprezzamento come “pittore della domenica”. Si, tra i familiari, parenti, amici, conoscenti, colleghi di lavoro ecc. Per me bastava e avanzava. Finché, un giorno, capitò, non ricordo come, un mercante d’arte, specializzato in quadri antichi di genere epico, storico/mitologico, che comprò alcuni miei lavori di copista. In quella fase mi dilettavo, sempre a tempo perso, alla riproduzione di opere famose del passato. Il mercante mi commissionò copia di opere di alcune artisti famosi. Dai cesti di frutta del Caravaggio, (quello conservato nel museo del Cenacolo di Milano),alle opere neoclassiche del periodo napoleonico, dell’Appiani, Hayez, David, Ingres, ecc.. Roba molto impegnativa e sia chiaro non falsi d’autore.

Bene, intanto di quei lavori, non serbo più nulla. Salvo alcuni disegni da spolvero, preparatori per i dipinti finali. Fotografare i miei prodotti non rientrava nelle mie corde. Tuttavia, qualche testimonianza positiva si palesò. I quadri si vendevano, e venivo perfino remunerato (poco), ma sufficientemente compensato dall’opportunità di potermi esercitare e quindi, sperimentare le tecniche dei grandi maestri del passato. L’attività di copista, s’eppure part-time, non durò a lungo. Finì, per un assegno a vuoto che non riscossi mai. Il mercante fallì.

Col trascorrere del tempo arrivò il momento di andare in pensione. Ripresi subito matita e pennelli e ricominciai. Ora mi ritrovo a scrivere il mio profilo, su “Gigarte” stimolato, nonostante, la mia veneranda età, da un incontro casuale su internet.

E’ giunta l’ora di esporre i miei lavori, ad un pubblico più vasto. La voglia di fare non manca. Sento che fa bene allo spirito e al fisico. E come dicevo all’inizio, spero che nel frattempo si liberi spazio per parcheggiare meglio i miei quadri, sia quelli già fatti che quelli futuri. Vediamo come butta.

Formazione

Per quanto riguarda il contenuto dei soggetti rappresentati, voglio spendere poche parole. I propri lavori non possono che essere che giudicati da altri. Innanzi tutto dai potenziali clienti, nonché dagli addetti ai lavori, che molto più di me, hanno gli strumenti per esprimere suggerimenti, opinioni, e critiche pertinenti.

Per finire ritengo comunque opportuno esprimere una mia personale ipotesi interpretativa di ciò che cerco di proporre attraverso i miei soggetti preferiti.

Mi piace rappresentare sinteticamente l’umanità immersa nei luoghi e cose che mi circondano. Possibilmente nella località in cui mi trovo a vivere. La Sardegna. I suoi meravigliosi, cieli, mari, spiagge, rocce, vegetazione, una terra che amo dipingere attraverso la mediazione, di figure femminili, (massima espressione del concetto di bellezza universale e di umanità) insieme ad oggetti di uso comune, ombrelloni, sedie, sdraio, ecc. Un mosaico fantasioso di simboli e immagini a tinte forti e brillanti, pensato con l’intento di dare alle mie ambientazioni un’atmosfera surreale, e metafisica.

Salve.

Tematiche

Essendo un autodidatta le tematiche nel tempo sono notevolmente cambiate. I primi anni mi son dedicato soprattutto a studiare  la tecnica del disegno dell'acquarello della tempera dell'olio. Copiando  molto dai maestri del passato come esercizio principale di apprendimento delle tecniche pittoriche. Successivamente mi sono dedicato al miglioramento della tecnica pittorica a olio.
Solo recentemente  lavoro alla ricerca di uno uno stile personale adeguato a ciò che intendo rappresentare nei miei lavori. Un'utopia, probabilmente, però mi consente di fare ciò che mi piace, e ciò è più che sufficiente.

Tecniche

Le tecniche principali sono il disegno e la pittura ad olio.

Quotazione

Essendo agli inizi dell'attività di promozione e di pubblicazione dei miei lavori mi aspetto una valutazione giudizi e critiche da parte di coloro che avranno  la pazienza di osservare il mio lavoro, eventualmente di valutarlo e criticarlo.

Premi

Non ho mai partecipato a mostre individuali e collettive. Ripeto sto iniziando ora la 'attività di promozione e pubblicizzazione esclusivamente per ora attraverso internet.

Bibliografia

Autodidatta, pensionato, vivo in Sardegna. Dipingo. Coltivo pomodori nell'orto. Frequento la bellissima spiaggia di Valledoria. Mi piace la musica, ascoltarla e suonarla. Mi piace trascorrere il tempo libero con gli amici sardi e con gli amici continentali, con i parenti che ci vengono a trovare dal continente, in particolare con i miei cari, mia moglie, le figlie e i cinque nipoti che a turno dal continente vengono a trascorrere le vacanze nel periodo estivo.